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Nel 1957, una giovane donna di un piccolo villaggio in Calabria, in Italia, sali su un aereo per l’Australia. Non è mai stata su un aereo e non parla una parola inglese. Non ci sono italiani sul suo volo, ma c’è un giovane francese seduto accanto a lei. Non parla italiano, ma con la sua schiacciante francese tentano una conversazione. Chiede quanti anni ha e dove sta andando. Segnala con le mani che ha 17 anni e dice “Australia”. È scioccato e chiede “perché?”. Alza la mano e indica la sua fede nuziale.

La giovane donna è Carmela Rocca, una delle migliaia di spose per procura italiane che sono emigrate in Australia negli anni del dopoguerra per unirsi ai mariti che conoscevano solo dalle fotografie. Poiché Rocca non può arrivare come donna single, ha già “sposato” il suo marito per procura – nel suo caso, suo fratello – in una cerimonia di matrimonio formale in Italia. Alla fine del suo volo, è passata dall’essere un adolescente spensierato che aveva programmato di diventare insegnante, ad essere una moglie in un nuovo paese.

“Pensandoci oggi, sembra una strana follia”, mi dice Rocca, ora 85 anni, per telefono da casa sua a nord-ovest di Melbourne. “Ma, a quei tempi, non ho pensato a tutte queste cose, perché ero troppo giovane. Non ho pensato a come pensa mio marito, o che tipo di abitudini ha. Non ho pensato a nulla di tutto ciò. Ho sposato l’avventura.”

Durante il matrimonio italiano di Carmela Rocco, suo fratello rimase in piedi per l’uomo che stava andando in Australia per incontrarsi.

Sessantotto anni dopo, è ancora sposata con Vincenzo e hanno sei figli. Molti matrimoni per procura si sono sgretolati quando le donne arrivarono in Australia per scoprire che i loro mariti erano molto più vecchi di quanto suggerivano le loro foto. Rocca era uno dei fortunati: suo marito era proprio come appariva nella foto con cui si era innamorata.

La periferia australiana, tuttavia, era un’altra cosa del tutto: “Ho immaginato una bella città come in Italia, e invece quando sono arrivato a Brunswick non mi piaceva affatto. Mi ha fatto sentire così nostalgico, così malinconico. Tutte le porte erano chiuse. Gli australiani si sono attaccati a se stessi e ci siamo bloccati a noi stessi.”

Rocca è una successione di donne italiane che presentano nel documentario Signorinella: Little Miss, proiettando in tutta l’Australia come parte del prossimo festival del cinema italiano. Il documentario rende omaggio a queste donne che hanno contribuito a modellare l’Australia contemporanea, facendo il lavoro grugnito nelle fattorie e nelle fabbriche, con generazioni successive che hanno lanciato aziende nella moda e nell’ospitalità e entrando nei mondi dei media e della politica. Con di nuovo l’immigrazione sotto i riflettori, il film è un …

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Raghib Khairi rappresenta una ventata di aria fresca nel nostro team editoriale, concentrandosi su cultura, stili di vita e storie di interesse umano. Con una laurea in letteratura inglese conseguita presso l'Università della California, Berkeley, Emily ha un talento naturale per la narrazione. Ha trascorso gli ultimi cinque anni scrivendo per diverse riviste e blog di lifestyle, dove il suo stile accattivante e le sue osservazioni perspicaci hanno affascinato il [email protected]

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