Dubai, 8 settembre (PTI) favoriti travolgenti saranno un eufemismo per definire l’India guidata da Suryakumar Yadav, dato il Golfo tra loro e le altre sette nazioni, tra cui un Pakistan mercuriale, quando la battaglia per la supremazia continentale si stabilisce martedì all’Asia Cup T20.
L’azione inizierà con l’Afghanistan che affronterà Hong Kong ad Abu Dhabi, ma tutti gli occhi saranno a Dubai, dove mercoledì una squadra indiana costretta a stelle punterà a schiacciare gli Emirati Arabi Uniti nella sua apertura.
In un torneo che ha spesso servito come prove di abiti per la Coppa del Mondo T20, questa volta la Coppa Asia ha un senso di inevitabilità.
Il peso delle aspettative è nella squadra indiana, non solo per il suo pedigree, ma anche perché l’equilibrio del potere si è inclinata in modo decisivo a suo favore.
L’India, nonostante tutti i loro dibattiti interni e le aspettative esterne, sembra l’unica parte che ha chiarezza di scopo. E la chiarezza, nei tornei ad alta pressione, conta spesso per più di un talento grezzo.
Se si tiene conto della leadership e della pura profondità di talento, allora questo è il torneo dell’India da perdere.
Tale è stata la fiducia che il presidente dei selettori Ajit Agarkar e il capo allenatore Gautam Gambhir non hanno intrattenuto per una volta l’idea di scegliere una squadra di 17 membri consentita dall’Asian Cricket Council.
Invece, hanno scelto 15 come fanno per gli eventi ICC anche se ciò significava tenere fuori giocatori come Shreyas Iyer e Yashasvi Jaiswal.
Vincere lo spettacolo continentale per la nona volta (sette in formato ODI e uno in formato T20 nel 2016) non guadagnerebbe né il suryakumar o il capo allenatore Gautam Gambhir qualsiasi credito extra.
Ma qualsiasi cosa a corto di trofeo inviterebbe un diluvio di critiche dato che la Coppa del Mondo T20 è destinata a essere ospitata dall’India e nello Sri Lanka in quattro mesi e mezzo.
Suryakumar e i suoi colleghi hanno circa 20 partite (se raggiungono la finale della Coppa dell’Asia) prima dell’inizio dell’evento globale. Ottenere la combinazione di base giusta sarebbe un obiettivo importante per la squadra.
L’India è una tale potenza che a questo punto BCCI ha la capacità di mettere in campo tre squadre nazionali T20 di pari forza.
Finora Suryakumar è stato uno skipper fenomenale con un sorprendente record di vittoria dell’80 %, ma ora il gruppo di leadership avrà il vice capitano Shubman Gill, che dovrebbe prendere in carico il Mumbaikar a tempo fermo.
Il modo in cui lo skipper T20 e lo skipper di prova si allineano e cantano dallo stesso foglio di inni saranno sicuramente osservati con molto interesse.
Il modo in cui i battitori indiani hanno reinventato la grammatica della battuta T20, in gran parte a causa dell’esposizione IPL, è stato difficile da abbinare a squadre come il Pakistan e lo Sri Lanka, che erano in chiglia fino a un decennio e mezzo indietro.
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