Da qualche parte in futuro, il suo obit potrebbe descriverlo come “un uomo sulla città”, ma Sophie ci permette di vederlo come un Dolt arrogante, insensibile e pretenzioso. E poi, alla fine, insiste sul fatto che, nonostante lui meriti il destino che lo accade, dovremmo ricordare che anche lui è una persona. Viene anche a vedere che c’è molto di più in Hayley che la proverbiale donna disprezzata.
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Runcie, infatti, presenta tutti nel suo libro come cospiratori conoscenti nel teatro della vita, presentandosi come personaggi nei loro successi di smash, trasformando le loro esistenze in roba del dramma o della commedia. Sophie e suo marito, che si prendono cura del figlio mentre lavora, hanno entrambi desideri e incertezze che nascondono l’una dall’altra; La madre oh-così teatrale di Alex è una giusta Grande Royal Dame che “Darlings!” tutti a portata di mano; I redattori del giornale cercano modi per sfruttare lo scandalo emergente in cui Alex, Hayley e Sophie suonano i protagonisti.
Inquietando implicitamente la brutale disumanità della cultura dell’annulla, insistendo sul fatto che vediamo le sue creazioni come creature vulnerabili, che si agitano per sempre mentre cercano di dare un senso alla loro vita, Runcie ci trasforma tutti in critici, insistendo sul fatto che ricordiamo l’umanità dei suoi personaggi e scopri una certa sensibilità alle loro circostanze. Il suo libro è una tariffa essenziale per chiunque abbia mai pensato di scrivere una recensione o arrivato a questo punto nella lettura.
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