Il matrimonio di Figaro
Opera Australia
Sydney Opera House, 31 luglio
Recensione da Peter McCallum
★★★★★
Spinti da un minuto focus sulle follie della motivazione umana che sconsiderano i rigidi campi di forza della classe, del genere e del potere, la produzione di The Marriage of Figaro di Mozart del 2015 di David McVicar è diventata un gioiello nel repertorio dell’Opera Australia.
È aiutato in modo non piccolo dal design di Jenny Tiramani, che pone in modo incrementale ogni atto in un armadio, una camera da letto, una grande sala e i grandi all’aperto e vestiti i personaggi nella calda lucentezza del tessuto non sbiancato.
All’inizio e alla fine di ogni atto, le servitori femminili corrono per disegnare una grande tenda sfilacciata, come un drappeggio che invecchiava che non nasconde nulla, mentre l’esercito di servitori indicativi occupano principalmente se stessi con la colpa attraverso il buco della serra più vicino. In qualche modo diventa commovente che le cose vadano sempre storti e vedere le bugie ammucchiate su bugie nel grande atto due finali crollare in un caos gioioso.
Siobhan Stagg ha istituito il carattere di Susanna con la semplice bellezza e attrattiva della sua voce. Credito: Keith Saunders
Eppure questo da solo non avrebbe sostenuto questo risveglio se non fosse per un cast ugualmente ingioiellato in cui ogni personaggio è definito e raffinato da un tessuto vocale distintivo. Ogni numero avvolgeva di nuovo l’ascoltatore nella brillante freschezza dell’ispirazione melodica apparentemente infinita di Mozart.
Con la sola parola “Cinque” (“Five” – sta misurando un letto) il baritono Michael Sumuel ha stabilito una ricca presenza vocale che ha immediatamente catturato l’orecchio. Il suo non Piu Andrai alla fine dell’Atto One aveva un’articolazione ben modificata e un vigore ritmico galleggiante, e ha animato il palco con l’energia musicale e drammatica naturalmente reattiva, come sempre sull’orlo di una nuova idea zoppa.
Come Susanna, Siobhan Stagg era l’opposto musicale, stabilendo il personaggio con la semplice bellezza e attrattiva della sua voce. Aveva un ampio potere quando necessario, ma era più toccante in momenti come il suo atto quattro aria, Deh Vieni, cantato di fronte alla tenda, dove rivelò luci morbide nascoste contro gli assoli di vento color trasparente dell’orchestra.
Ogni personaggio è definito e raffinato da un tessuto vocale distintivo.Credit: Keith Saunders
Contro toni così onesti, è caduto a Kiandra Howarth trovare un nuovo suono per il dolore della contessa. Nel suo atto due aria, Porgi Amor, ha insinuato una tonalità più alta, gonfiando il colore arrossisce ma sempre con una superficie immacolatamente liscia e ha sviluppato queste tonalità con ulteriore profondità e sfumature in Dove sono nell’atto tre.