Sotto la pressione di strappare un accordo commerciale con gli Stati Uniti, gli europei, riuniti in cima giovedì, stanno cercando la formula per placare Trump su questo fronte, dopo aver concesso un aumento storico delle loro spese militari alla NATO.
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Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha dato il tono quando arriva a Bruxelles. “Sostengo la commissione in tutti i suoi sforzi per portare rapidamente a un accordo commerciale”, ha detto, un lapidario.
Il leader della prima economia europea insiste per andare veloce. Anche se ciò significa accettare un accordo asimmetrico in cui gli europei accetterebbero di sottoporsi a determinati doveri doganali, senza considerazione.
Nessuno a Bruxelles pensa che sia realizzabile l’obiettivo europeo della “legge doganale zero”. Secondo diversi diplomatici europei, l’obiettivo è piuttosto quello di consentire a Trump di rivendicare una vittoria, senza sacrificare gli elementi essenziali.
Uno di loro ha parlato della prospettiva di un accordo “Gruyère”, con molti buchi: una tassa generale sulle importazioni europee, ma con una serie di esenzioni per settori chiave come acciaio, automobile, farmacia o aeronautica.
Qualsiasi danno per le aziende oggi in grande sofferenza di fronte alle tasse già attuate dall’amministrazione americana: 25% su acciaio e automobile e il 10% sulla maggior parte degli altri prodotti.
Friedrich Merz aveva castigato la strategia di negoziazione del comitato lunedì, “troppo complicato”, sostenendo che si concentra su quattro o cinque settori chiave.
L’argomento deve essere affrontato la sera durante una cena di capi di stato e governo. Il presidente della commissione, Ursula von der Leyen, che pilota i negoziati, curerà l’occasione per testare le linee rosse.
Il tempo sta esaurendo, mentre la scadenza del 9 luglio si è avvicinato da Donald Trump, dopo di che, per l’assenza di accordo, minaccia di raddoppiare il tasso di inadempienza sulle importazioni dall’UE al 20%.
“Rimaniamo calmi”
“Non ci permettiamo di essere provocati, rimaniamo calmi”, ha assicurato il primo ministro belga Bart de Wever, chiedendo una guerra commerciale con gli Stati Uniti.
“Negoziamo e speriamo di raggiungere un accordo”, ma “se questo non è il caso, ovviamente adotteremo …