La mostra fotografica Sahy Rano, esposta al Photoville Festival di Brooklyn, a New York, attraverso questo fine settimana, attinge il suo titolo da una frase di Malagasay tradotta in un’etichetta da parete come “qualcuno che non ha paura di immergersi in acqua, anche se c’è una forte corrente”. Il fotografo vuole attirare l’attenzione sulla schistosomiasi genitale femminile, una malattia tropicale trascurata causata da un’infezione parassita a base d’acqua, i cui sintomi possono essere stigmatizzanti perché assomigliano ai sintomi di malattie a trasmissione sessuale. Da sinistra a destra: ex pazienti Rahama Abdallah, Sylvia Razanaparana e Suzanie Yolandrie. Furono fotografati nel settembre 2024 nel distretto di Ambanja nel nord del Madagascar. Miora Rajaonary/The End Fund Hide Didascalia
Didascalia a disattivazione Miora Rajaonary / The End Fund
Una donna di nome Sylvia Razanaparana, strappato in un abito bianco in cima a una camicia blu marina, affronta la telecamera con un secchio blu in cima alla testa. Lo sfondo è tela blu marina punteggiata da gocce di bianco. La sua mano appoggiata sul fianco, fissa la telecamera con un angolo di tre quarti, come se avesse qualcosa da mostrare o dire.
E lei lo fa.
È una delle otto donne che hanno posato per la fotografa Miora Rajaonary per un progetto per aumentare la consapevolezza della schistosomiasi genitale femminile (FGS), una malattia che, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, affligge circa 56 milioni di donne e ragazze, principalmente in Africa.
L’infezione a base idrica è diffusa da vermi parassiti e si trova in particolare in aree con accesso limitato all’acqua pulita e all’assistenza sanitaria. È contratto attraverso il contatto con acqua infetta in cui le donne lavorano (come le risaie), fanno il bagno e fanno il bucato. Considerato dalle Nazioni Unite come una delle malattie tropicali più trascurate, può provocare infertilità, gravidanza ectopica e ulcere genitali. E poiché i suoi sintomi – tra cui prurito vaginale e scarico, urina sanguinante e dolore addominale e pelvico – possono assomigliare a quelli delle malattie a trasmissione sessuale (MST), la loro insorgenza può portare sospetto, vergogna e disonore su coloro che le contraggono.
UN Rapporto dell’Agenzia delle Nazioni Unite Unaids Caratterizza la malattia come “sottoposta a diagnosi, con gravi implicazioni per la salute sessuale e riproduttiva delle donne”. È inoltre collegato a un rischio maggiore di contrarre l’HIV da un partner infetto.
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