Un tipo di test genetica di recente disponibile, chiamato screening dell’embrione poligenico, promette di schermare per condizioni che possono includere cancro, obesità, autismo, disturbo bipolare, persino celiachia. Queste condizioni sono informate da molte varianti genetiche e fattori ambientali, quindi aziende come Orchid ed Heloospect assegnano punteggi di rischio a ciascun embrione per una determinata condizione. Questi test sono costosi, disponibili solo attraverso la fecondazione in vitro e alcuni ricercatori mettono in discussione come vengono calcolati questi punteggi di rischio. Ma cosa significherebbe culturalmente se più persone provassero a scremare alcune di queste condizioni? E in che modo questo si collega alle idee sociali su cui sono significative la vita?
La Bretagna ci entra Vardit Nutricedocente senior presso la Harvard Medical School e presidente dell’Hastings Center, un centro di ricerca sulla bioetica non partigiana e Katie HassonDirettore associato del Center for Genetics and Society, un’organizzazione per gli affari pubblici senza scopo di lucro che sostiene l’uso responsabile della tecnologia genetica.