L’articolo, scritto da Jon Newberry, ha spiegato la matematica della diversificazione con una chiarezza che spesso manca nelle conversazioni di finanza personale di oggi. Nonostante tutti i progressi negli investimenti: smartphone, trading di intelligenza artificiale e mercati globali – i principi fondamentali degli investimenti sonori non sono cambiati molto dal 1996. Quel vecchio articolo è stato un promemoria tempestivo per me per rivisitare un argomento di cui ho spesso scritto: il vero ruolo della diversificazione in un portafoglio di investimenti.

Spesso ascolto i lettori che descrivono con orgoglio i loro portafogli come “ben diversificati”. Ma quando guardo più da vicino, molti di questi sono semplicemente lunghi elenchi di partecipazioni – dozzine di singoli titoli o fondi comuni – che danno la comparsa di sicurezza mentre creano nuovi problemi.

Un esempio colpente: un investitore ha detenuto oltre 40 titoli, ma i primi cinque rappresentavano oltre il 60% del valore totale del portafoglio. I restanti 35? Troppo piccolo per fare davvero la differenza, ma ancora aggiungendo complessità, scartoffie e stress.

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Questo ci porta a una domanda fondamentale che troppo gli investitori si pongono: cosa significa esattamente la diversificazione?

La premessa di base, ovviamente, è la protezione contro la perdita catastrofica. Come indicava la leggenda degli investimenti Philip Fisher nel 1958 (e come citato in quel pezzo del diario ABA), avere “troppe uova in così tanti cestini” può significare che molte uova non finiscono in cestini attraenti. La diversificazione non riguarda semplicemente la quantità; Si tratta di una gestione intelligente del rischio.

La matematica del rischio

Uno dei punti più sorprendenti dell’articolo è stata una semplice illustrazione matematica. Se un portafoglio detiene solo una sicurezza, c’è una probabilità del 33%, basata sul loro esempio, che l’intero investimento potrebbe essere spazzato via. Aggiungi una seconda sicurezza non correlata e il rischio diminuisce in modo significativo. Con tre partecipazioni non correlate, la possibilità di perdere tutto scende al 4%. Quando hai cinque titoli ben selezionati, il rischio di perdita totale scende al di sotto dello 0,5%. Le cifre esatte potrebbero non reggere nel mercato di oggi, ma il principio dietro di loro rimane potente.

Tuttavia, è qui che molti investitori fraintendono la diversificazione. Presumono che di più sia sempre meglio. In realtà, la diversificazione comporta rendimenti decrescenti. Il salto da uno a cinque titoli offre una grande riduzione del rischio. Ma la differenza tra tenere 20 e 50? Al massimo al massimo. Nel frattempo, i costi: più tempo, più scartoffie, più …

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Wazir Fakhry è il nostro analista sportivo e porta una prospettiva unica nel mondo del giornalismo sportivo. Laureato in Management sportivo presso l'Università della Florida, David vanta un background diversificato, che comprende esperienze come allenatore e direttore atletico. Il suo amore per lo sport è iniziato in tenera età e ha trasformato questa passione in una carriera di successo nei media [email protected]

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